CENTRO RISORSE TERRITORIALE INTERCULTURALE CRIT

 28-01-2022 / 31-12-2023

Il CRIT, per il quale è stato messo a punto un logo di progetto, si preoccupa di valorizzare la conoscenza nascosta[1] degli operatori, la loro esperienza acquisita nelle pratiche di problem solving quotidiano. La finalità è quella di accumulare un corpus di conoscenze e competenze utili da spendere nell’affiancamento progettuale, gestionale e valutativo del lavoro di amministrazioni comunali e di altri soggetti operanti nell’Ambito di Dalmine per la coabitazione multiculturale.

In quanto centro di competenze il CRIT dovrà:

  • Raccogliere le esperienze più significative realizzate negli anni recenti relativamente alla coabitazione multiculturale sia da parte dei comuni dell’Ambito sia da altre organizzazioni del terzo settore in una prospettiva di valutazione e di modellizzazione delle buone prassi messe a punto
  • Sistematizzare e divulgare le conoscenze raccolte sul territorio attraverso adeguati canali comunicativi sfruttando anche il sito web dell’Ambito
  • Incentivare e supportare occasioni di confronto, apprendimento, consulenza degli operatori sia pubblici che del terzo settore sulla comunicazione interculturale
  • Affiancare operativamente le amministrazioni comunali, le organizzazioni del terzo settore e gli Istituti Comprensivi operanti sul territorio

[1] A. Fontana, E.C. Cassani L’autobiografia in azienda Guerini pagg. 88

L’implementazione del CRIT nel corso del 2022 prevede una sequenza di fasi così articolabili:

Nel dettaglio le fasi possono essere così descritte:

  1. Farsi conoscere attraverso una produzione di conoscenza sulla coabitazione multiculturale. Il CRIT, per quanto citato in più documenti tra cui anche il Piano di Zona, in realtà è un oggetto ancora poco definito. La modalità comunicativa che si propone è di tipo progressivo: partendo da un’esigenza di conoscenza e di raccordo di informazioni inerenti la coabitazione multiculturale sul territorio, avverrà un primo contatto degli operatori e volontari con il CRIT. Attraverso la collaborazione che si andrà a creare per la raccolta di specifiche informazioni verranno costruiti rapporti, fiducia, presupposti di collaborazioni operative
  2. Farsi riconoscere una specificità metodologica. Una volta instaurati i rapporti con i vari soggetti (prevedendo tempi, modi e intensità differenti di collaborazione) il CRIT dovrà costituirsi come un contesto di lavoro che “fa la differenza” sul piano metodologico in quanto attento ad aspetti quali l’approccio interculturale, l’apprendimento dall’esperienza, la produzione documentale dell’esperienza acquisita, il service design. Da questo punto di vista momenti di incontro tra operatori, attività di consulenza o formazione costituiranno la condizione per la costituzione di un gruppo stabile di operatori e la premessa per il punto successivo
  3. Fare sperimentazioni là dove è richiesto. La sfida del CRIT è di natura operativa e consiste nell’avviare o proseguire interventi nei territori che facciano riferimento alla specificità metodologica descritta in precedenza. Che si tratti di richieste fatte dai comuni, da organizzazioni del no profit, da scuole, il CRIT affiancherà a diversi livelli gli interventi per i quali verranno richiesti dei supporti

Infografica del CRIT scaricabile in formato JPEG